
Il progetto di ricerca “Il museo di tutti, La sostenibilità sociale dei luoghi dell’arte” parte dalla considerazione che il tema della sostenibilità si sia fatto sempre più urgente e presente in tutti i progetti di rilancio dei diversi settori economici. In questa priorità rientrano aspetti di carattere non solo ambientali ma anche economici e soprattutto sociali. La sostenibilità è diventata, dunque, uno spazio di lavoro ampio, su cui ripensare e rilanciare le attività e i servizi, inclusi quelli dello spazio culturale e artistico.
Questa estensione del concetto di sostenibilità all’ambito sociale riguarda con particolare attenzione e urgenza il nostro Paese nel suo complesso e anche il Lazio. I luoghi dell’arte hanno necessità di ampliare le loro funzioni e muoversi verso una traiettoria che li qualifichi come spazio di aggregazione sociale, strettamente legato al territorio; centro di offerta di servizi formativi, informativi e di relazione tra diversi pubblici.
Nei processi di ampliamento delle funzioni dei luoghi dell’arte – intendiamo con questo termine musei pubblici e privati, parchi archeologici, fondazioni dell’arte (che hanno acquisito un ruolo sempre più centrale nell’offerta artistica in Italia), gallerie private e spazi associativi – ci sono due questioni di base che il progetto intende affrontare: uno riguarda la messa a fuoco dei servizi che il luogo dell’arte può offrire al territorio, in modo particolare ai giovani e agli anziani; il secondo focus riguarda l’accesso delle “fasce deboli”, pertanto di soggetti con disabilità di tipo fisico ma soprattutto psichico.
Il tema delle cosiddette “barriere architettoniche”, di cui si è parlato molto nei decenni scorsi, ha fatto riferimento prevalentemente all’aspetto fisico dell’accesso ed è dunque legato a principi di urbanistica e progettazione di strutture, in grado di agevolare l’ingresso di persone “diversamente abili” all’interno degli edifici.
Oggi le tematiche riferite alle fasce deboli che i luoghi dell’arte devono essere in grado di sostenere si ampliano e diventano centrali proprio nell’ambito del concetto di “sostenibilità”.
È un approccio, per certi aspetti rivoluzionario, che implica anche la conoscenza delle problematiche riferite alle diverse tipologie di disabilità, non più affrontata solo nel caso di disabilità intesa come riduzione di mobilità degli arti.
Da questo punto di vista, i luoghi dell’arte ampliano in maniera forte e marcata la gamma delle funzioni, rendendo l’arte accessibile a tutti, facendone uno strumento fondamentale di supporto e in alcuni casi anche di riabilitazione.
Infatti, i diritti umani e sociali sono al centro dello sviluppo di politiche sulla sostenibilità che da anni l’UE porta avanti. Nel 2019 il Parlamento Europeo ha approvato l’Atto Europeo sull’Accessibilità (AEA), con norme verso un’Europa più equa e inclusiva, migliorando la vita quotidiana delle persone disabili e degli anziani. Prendendo a riferimento il documento Onu del 2015 Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, una svolta storica verso un nuovo paradigma, il proposito fu quello di affrontare in maniera universale e integrata le disparità economiche, sociali e ambientali.
Ed è sulle diverse declinazioni della sostenibilità, a cui punta il PNRR, che si intende realizzare il piano di rilancio e di innovazione dell’economia e della società.
@Ariella Vidach, VOXsolo, foto Mirella De Bernardi – Lis Lingua dei segni.
Come ribadito, l’accelerazione dei processi d’innovazione è stata resa urgente dalle normative europee, che hanno conferito alla sostenibilità, nelle sue declinazioni più complete, un ruolo centrale co-me tratto distintivo delle politiche comunitarie, e come impulso a valorizzare al massimo le potenzialità dei vari contesti territoriali, in relazione ai rispettivi fabbisogni. In questa chiave socio-territoriale risiede l’ottica strategica del progetto e delle sue finalità di lavoro.
Le istituzioni dell’arte e della cultura in Italia non sono ancora riuscite a contestualizzare l’istituzione o l’ente in una nuova dimensione di contemporaneità. Esse dovrebbero dischiudere lo stretto posizionamento legato all’idea classica e moderna del museo e sposare approcci contemporanei più aperti, che in molte realtà estere – dall’Inghilterra alla Spagna all’Olanda – i luoghi dell’arte hanno già da tempo adottato.
Quello che impera ancora in Italia è un “modello unico” dello spazio dell’arte, tipicamente “espositivo”, dove il successo è misurato dalla notorietà del nome dell’artista e dalla quantità di biglietti venduti; obiettivi che rimangono decisivi soprattutto per i grandi musei che di fatto hanno una marcata attrattività internazionale.
La sostenibilità economica dei musei non dipende solo dai visitatori. Dunque, ha senso richiamarsi al grande pubblico se il museo ha materiale importante per un pubblico allargato; se invece ha cose importanti ma per un pubblico locale, ristretto cioè geograficamente ma che può non essere ristretto numericamente, il programma è diverso.
La sostenibilità economica della struttura deve essere realizzata per mezzo di alleanze con le istituzioni locali, con le scuole, con il
sistema della sanità, con le case di riposo. “Si può sviluppare un
modello economico che non debba aspirare necessariamente al grande pubblico mondiale, proposito spesso irraggiungibile, se non nei sogni chimerici del sindaco di turno”.
L’ Obiettivo primario, per creare un nuovo paradigma, è rendere consapevoli le realtà culturali delle potenzialità di ampliamento delle loro funzioni, essendo i nuovi orientamenti legati ad aspetti di cultura e di strategia manageriale al contempo.
Pertanto, la strategia del progetto, perseguendo questa nuova consapevolezza, implica un’evoluzione nella concezione e nella gestione dello spazio dell’arte.
Da un punto di vista più specifico, tra le linee d’intervento, si prevede di mettere a disposizione degli spazi espositivi del Lazio, a partire soprattutto dai musei regionali più piccoli, analisi, esperienze, metodologie e technicalities che possano aiutarli a fare nuova programmazione, a innovare politiche e a diversificare posizionamenti nel territorio e relazioni con la comunità.

Visita in Lingua dei Segni Italiana, courtesy Dipartimento Educazione Castello di Rivoli
I modelli d’intervento legati alle attività di formative sono quelli su cui si è lavorato maggiormente negli ultimi anni. Eppure, non sempre le metodologie utilizzate si sono rivelate efficaci, rendendo così opportuno far emergere gli aspetti innovativi da sperimentare o introdurre.
Se questi riguardano principalmente il mondo della didattica, per ragazzi e per adulti, i musei ne sono invece alquanto sprovvisti per le “nuove” fasce di disabilità; la proposta di questo progetto è quella di muoversi su tre tipologie di disabilità, ancora poco considerate nella didattica sull’arte: persone sorde, Parkinson e Alzheimer. Le sperimentazioni effettuate finora dimostrano invece che l’arte può avere una funzione positiva sulle fasce disagiate: i Musei toscani hanno creato, ad esempio, una rete di “musei per l’Alzheimer” con risultati significativi: l’arte stimolerebbe sui malati una comunicazione non verbale che potrebbe attivare ricordi e aree del cervello non impegnate nella comunicazione usuale.
Il progetto intende quindi sviluppare una piattaforma web di connessione tra le singole istituzioni culturali e poi tra queste e il sistema formativo, affinché le “best practices” possano diventare oggetto di condivisione e rinnovo delle strategie museali.
La piattaforma web, prevista come output del progetto, sarà dedicata alla “sostenibilità sociale” dei luoghi dell’arte: “Il museo di tutti”.
In essa saranno raccolti tutti i materiali di ricerca e tutte le esperienze analizzate: informazione, condivisione di esperienze, confronti legati a casi ed esperienze specifiche a scopo di renderla il primo ambito di riflessione tra spazi dell’arte, mondo scolastico e accademico, associazioni di riferimento delle fasce deboli e in generale di tutta l’utenza giovanile e adulta interessata.
La linea d’intervento preliminare riguarda innanzitutto una configurazione dello status quo delle realtà locali del Lazio, in termini di offerta attuale e offerta potenziale, fabbisogni del territorio e messa a fuoco dei target potenziali per la riqualificazione dell’istituzione nel posizionamento della propria identità e servizi. È, infatti, di assoluta importanza la percezione dello spazio culturale nell’ambito del territorio, attinente non solo al godimento dell’offerta artistica culturale ma come fornitore di servizi legati al benessere sociale.