3/6 La Ricerca.
Le cinque forme di accessibilità.
La sostenibilità sociale dei musei
a cura di Annalisa Cicerchia, Paola Demartini, Maria Antonietta Cipriano, Chiara Petrini
GICH Lab, Governance and Innovation in Cultural Heritage
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Le cinque forme di accessibilità dei Musei
1. Accessibilità fisica
Secondo questa dimensione, il servizio può dirsi accessibile solo quando il museo è dotato di infrastrutture adeguate. L’accessibilità fisica assume una doppia prospettiva. All’interno della struttura, essere accessibili significa aver preso le misure necessarie per eliminare tutte le barriere fisiche che rendono difficile, se non impossibile, la visita delle collezioni del museo. Spostando l’attenzione all’esterno del museo, si deve poter valutare la facilità con cui il museo può essere raggiunto senza incontrare troppe difficoltà logistiche, valutando i trasporti pubblici e i relativi collegamenti, i parcheggi e, più in generale, le strade di accesso. Bisognerebbe aver chiaro che gli istituti musei debbano esser accessibili a persone con disabilità attraverso l’uso di rampe, ascensori e bagni adeguati, nonché la disponibilità di materiali informativi in Braille e in formati audio.
Gli studi ci dicono che tra il 2011 e il 2021, in Italia, i luoghi della cultura come musei, siti archeologici, o biblioteche, presi nel loro insieme, che offrono almeno qualche tipo di dotazioni e assistenza al visitatore con disabilità (rampe, elevatori, bagni attrezzati, accompagnatore, assistenza durante la visita ecc.), sono più che raddoppiati, dal 34,8% al 75,7%.
Tuttavia, non tutti gli spazi culturali, soprattutto nei centri minori, assicurano la piena accessibilità e la completa fruibilità agli utenti con esigenze diverse da quelle del cittadino standard.
I dati più recenti, aggiornati al 2021, indicano che il 67,7% di musei, monumenti o siti archeologici mette a disposizione delle persone con disabilità motoria servizi igienici attrezzati. Le strutture di soggetti pubblici ne dispongono quasi per il 73%, quelle private si fermano al 58%. Circa il 62% è dotato di rampe, scivoli, ascensori o piattaforme elevatrici per superare dislivelli.
2. Accessibilità economica
Ha origine dalla necessità di garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità di soddisfare il loro bisogno di cultura, indipendentemente dalla loro situazione finanziaria. Il concetto di barriere economiche è stato interpretato in modo differente, connettendolo al concetto di valore. Le barriere economiche sono più rilevanti quando la percezione del valore dell’esperienza culturale è bassa. Qui gioca non tanto il reddito di cui dispone effettivamente una persona, che è un fatto oggettivo (quanti soldi ho in tasca o quanto credito ho sulla carta), ma la sua disponibilità a pagare, che è un fattore soggettivo, e proporzionale al beneficio che mi aspetto di ottenere (Circerchia, 2024).
3. Accessibilità cognitiva e sensoriale
Può accadere che, anche quando un museo è facilmente accessibile fisicamente, i suoi sistemi informativi siano difficili da comprendere. Rendere un museo cognitivamente accessibile ha tre effetti positivi: compensa l’eventuale inadeguatezza dei visitatori (quello che non capisco può respingermi, o, come minimo, non mi interessa, e spesso non mi incuriosisce); crea visitatori più fedeli e diventa un attore più attivo all’interno della comunità locale.
Quando gli istituti culturali riescono a eliminare tale barriera, riducono significativamente il senso di inadeguatezza culturale dell’utente. Questa sensazione è un ostacolo psicologico importante che può contribuire a spiegare il perché alcune categorie di utenti appartengono al gruppo dei non pubblici. Diventando più inclusivi e abbattendo le barriere, i musei possono diventare più attraenti per un gruppo più ampio di pubblico.
Percorsi e programmi di visita per persone con disabilità cognitive o accompagnatori dedicati si trovano in una struttura su dieci, due su dieci nelle città metropolitane. Meno del 5% offre video nella lingua italiana dei segni e meno del 2% ha mappe e percorsi rivolti a persone con difficoltà nella comunicazione verbale. I musei coinvolti in progetti di inclusione, da soli o in collaborazione con altre istituzioni o associazioni, sono meno di un quinto: solo il 18,9% ha attivato progetti destinati a persone con disabilità sensoriale, emotiva o con difficoltà cognitive.
La disabilità sensoriale comprende possibili utenti come: non vedenti, ipovedenti e persone affette da sordità. Per i disabili visivi sono fondamentali l’orientamento e la sicurezza e talvolta per questi mancano dei veri ausili informativi. Si può intervenire utilizzando sia strumenti tradizionali, ovvero adattamenti dei prodotti a stampa, della cartellonistica e della modulistica cartacea, sia modalità alternative come testi a grandi caratteri, parlati, tattili, in Braille o in formato digitale.
4. Accessibilità digitale
Tenendo conto della crescente diffusione delle tecnologie digitali, è necessario riconoscere l’esistenza di una dimensione di accessibilità specifica di questo settore. I musei devono gestire la loro presenza su internet non limitandosi a un semplice sito web, dove replicare le informazioni contenute nei loro cataloghi; bensì devono cercare di avviare processi di coinvolgimento degli utenti, mettendo in moto meccanismi di creazione di contenuti più veloci che sono diventati essi stessi la base per creare un rapporto stabile con gli stessi, con il l’opportunità di una maggiore fidelizzazione.
Questo può includere, a partire dalla la digitalizzazione delle collezioni, la creazione di contenuti digitali, resi accessibili da remoto, e scaricabili.
5. Accessibilità culturale e linguistica
Di seguito alcune indicazioni che consentono di raggiungere un’accessibilità che sia fruibile a tutti i visitatori di diverse nazionalità e diverse culture:
• Materiali multilingue: Fornire descrizioni delle collezioni, delle opere, e delle mostre, brochure informative e audioguide in diverse lingue per accogliere visitatori di varia provenienza.
• Personale multilingue: disporre di personale che parli diverse lingue
• Ideazione di programmi e mostre che riflettano la diversità culturale dell’ambito locale, inclusi materiali in diverse lingue e attività che rispettino le tradizioni culturali.