1/2 ARTE COME ESPERIENZA:
partecipazione, competenze e lavoro comune.
ARTE COME ESPERIENZA:
partecipazione, competenze e lavoro comune
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CONVERSAZIONE
Dipartimento Educazione
Castello di Rivoli
Rivoli, 23 gennaio 2025
PARTECIPANTI:
Paola Zanini, Castello di Rivoli, Responsabile Dipartimento Educazione
Brunella Manzardo, Castello di Rivoli, Comunicazione e Accessibilità Dipartimento Educazione
Gianfranco Valleriani, “Il Museo di Tutti, La sostenibilità sociale dei luoghi dell’arte”, Direttore Scientifico
Vincenza Morelli, “Il Museo di Tutti, La sostenibilità sociale dei luoghi dell’arte”, Coordinatrice progetto
Roberto Albano, Fondazione Fitzcarraldo, Coordinatore dell’area sviluppo territoriale
Giulia Menegatti, Fondazione Fitzcarraldo, Consulente
Premessa
L’incontro è stato finalizzato alla presentazione delle esperienze realizzate dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli nell’ambito dell’accessibilità e dell’inclusione nel rapporto con il territorio, gli operatori sociali, le scuole.
La discussione inizia sulle tematiche relative al coinvolgimento di giovani e anziani alle attività del Museo. Molti giovani, al di fuori del sistema scolastico, diventano un target di difficile coinvolgimento; mentre per gli anziani vanno costruite iniziative coinvolgenti, in considerazione di specifiche aspettative ed esigenze della fascia d’età.
L’impegno del Dipartimento Educazione nell’accoglienza delle persone con disabilità fisiche, sensoriali e psico-cognitive è ultra trentennale e molte sono le iniziative realizzate, spesso programmate congiuntamente ai diretti interessati e agli operatori sociali, sia all’interno sia all’esterno del Museo.
Un aspetto significativo di discussione durante l’incontro ha riguardato l’interazione con i soggetti operanti nel territorio – associazioni rappresentative delle diverse disabilità, il mondo della scuola e gli operatori sanitari, principalmente, le Asl.
Infine, sono emerse delle parole chiave che denotano le questioni di fondo alla base del lavoro e della progettazione del Dipartimento di Educazione del Castello di Rivoli, centro di eccellenza a livello nazionale e internazionale, dunque modello virtuoso anche per altre realtà museali italiane che vogliono muoversi in questa prospettiva di impegno sociale.
BOX – IL DIPARTIMENTO EDUCAZIONE
DEL CASTELLO DI RIVOLI
Il Dipartimento Educazione è il cuore pulsante della vita del Castello di Rivoli: con le sue molteplici attività rende evidente e tangibile l’idea di museo inteso come Agorà che si apre alla collettività, fucina del pensiero contemporaneo, centro di ricerca e di sperimentazione. Qui l’incontro con l’arte diventa per tutti i pubblici un’avventura emozionante, un vero e proprio “viaggio” di scoperta grazie al lavoro delle Artenaute, basato su un impianto concettuale, pedagogico e filosofico all’avanguardia.
I GIOVANI E IL RAPPORTO CON LE SCUOLE DENTRO E FUORI IL MUSEO
Il Dipartimento Educazione è il cuore pulsante della vita del Castello di Rivoli: con le sue molteplici attività rende evidente e tangibile l’idea di museo inteso come Agorà che si apre alla collettività, fucina del pensiero contemporaneo, centro di ricerca e di sperimentazione. Qui l’incontro con l’arte diventa per tutti i pubblici un’avventura emozionante, un vero e proprio “viaggio” di scoperta grazie al lavoro delle Artenaute, basato su un impianto concettuale, pedagogico e filosofico all’avanguardia.
Roberto Albano
Vorrei iniziare riflettendo sulle fasce di pubblico che sono forse quelle più critiche: quella parte dei giovani per i quali non ci sono più le scuole che funzionano come collettori, o c’è ancora l’università, in particolare la fascia che va dai 20-35 anni; e sempre parlando di accessibilità universale, l’altra curiosità riguarda la fascia over 65-70.
Vorrei sapere quali sono le problematiche che avete rintracciato e come vi siete organizzati.
Paola Zanini
Riuscire a coinvolgere tutte le fasce di età è sempre una grande sfida: le tipologie di pubblico che lei cita sono molto delicate e per loro i Musei devono mettere in atto attività ed eventi ad hoc.
Quando parliamo di giovani o di senior tendiamo a considerarli come categorie “riconoscibili”, con tratti comuni; invece, a parte il dato anagrafico, non possono esserci gruppi più eterogenei.
La domanda quindi che dobbiamo sempre tenere a mente quando progettiamo per il pubblico è a chi vogliamo rivolgerci effettivamente?
Rispetto agli over 65 penso, ad esempio, a una tipologia di visitatori mediamente istruito se non colto, abituato a frequentare luoghi della cultura quali musei e teatri e ad approfittare dell’offerta culturale del territorio, magari titolari dell’Abbonamento Musei (che a fronte di un contributo iniziale consente l’ingresso gratuito in centinaia di luoghi della cultura e la partecipazione a innumerevoli iniziative), persone alle quali proponiamo regolarmente visite guidate anche molto specifiche o di approfondimento su temi curiosi o di attualità, sulle mostre in corso ma anche sulla residenza sabauda.
Parallelamente penso a un pubblico fragile dal punto di vista sociale, culturale ed economico per il quale devono essere necessariamente intraprese altre modalità di coinvolgimento attraverso percorsi di graduale avvicinamento, di ascolto, di esperienza pratica, di laboratorio, attività più articolati nel tempo quali ad esempio quelli che realizziamo con le persone che a diverso titolo frequentano i comitati di quartiere cittadini, le associazioni locali o i gruppi individuati con ASLTO3.
Lo stesso dicasi per i giovani, parliamo di una popolazione universitaria che si muove tra eventi ed esperienze culturali o di giovani ai margini della vita scolastica e lavorativa?
In tal senso diventa fondamentale la collaborazione istituzionale con le realtà che si occupano a diverso titolo dei servizi alla persona, enti locali e terzo settore, ASL, associazioni.
Proprio per queste ragioni, per non dare una risposta unica che valga per tutti ma allo stesso tempo per offrire a tutti opportunità di accesso alla cultura, il Dipartimento Educazione realizza da sempre proposte e progetti costruiti su misura articolati sia al Museo sia all’esterno, nei diversi territori. Portare le persone al Museo è più semplice quando le stesse persone le si è già incontrate nei luoghi che frequentano abitualmente, siano essi scuole, associazioni, comitati di quartiere o altro. Ampliare l’intervento del Museo fuori dalle sue mura ci permette, infatti, di entrare in contatto con persone che inizialmente non si sarebbero avvicinate al Museo ma lo fanno successivamente quando si è creata la relazione, la curiosità.
Il ruolo della scuola quindi è fondamentale: spesso nei gruppi di studenti universitari che incontriamo, quando chiediamo chi è già stato al Castello di Rivoli o in generale chi ha visitato un museo, emergono ricordi legati alle esperienze realizzate da bambini con la propria classe.
In tal senso, il lavoro più importante che facciamo in quanto Dipartimento Educazione è quello di differenziare il più possibile le proposte e di coinvolgere le persone fin dalla più tenera età attraverso innumerevoli attività, quali esperienze in famiglia, percorsi guidati e laboratori per le scuole, Percorsi per l’Orientamento e le Competenze Trasversali (PCTO), visite guidate, workshop, giornate di formazione per insegnanti ed educatori, ecc. Si tratta di riuscire a trovare il giusto equilibrio tra attività educative e formative che possano essere nello stesso tempo divertenti e coinvolgenti, che possano destare interesse e curiosità, che intendano il museo come un luogo vivo, vitale, facilmente accessibile e interessante, da visitare regolarmente, come un’esigenza dello spirito, un bisogno primario, appunto proprio come mangiare le verdure.
Questa è la sfida a cui cerchiamo di rispondere da quarant’anni. Abituarci fin da piccolissimi a frequentare i musei ci permette di sentirci a nostro agio nei luoghi della cultura, di acquisirne il diritto di cittadinanza, di diventarne “cittadini” non solo visitatori ma persone consapevoli, informate, attive. Lo vediamo ogni giorno con i bambini di Rivoli che frequentano il Castello grazie alla Convenzione attiva da oltre trent’anni con la Città che consente l’accesso libero e gratuito al Museo alle scuole cittadine: in settimana in bambini vengono al Museo con i loro insegnanti, nel fine settimana sono i bambini ad accompagnare i loro genitori.
Attenzione però a non credere che così facendo stiamo allenando il pubblico del futuro (o quello del passato): il nostro pubblico è sempre quello del presente, i progetti che pensiamo e realizziamo per il pubblico devono essere interessanti per il tempo che stiamo vivendo e per l’età delle persone a cui ci rivolgiamo, pena lo scollegamento tra la proposta e chi crediamo possa beneficiarne, cosa che spesso succede purtroppo con certi public program correlati alle mostre, talvolta pensati per “addetti ai lavori” ma che fanno fatica ad arrivare al grande pubblico.
A tal proposito, bisogna considerare anche che raggiungere il Castello di Rivoli non è semplicissimo; il Museo è collegato con servizi di trasporto pubblico purtroppo non capillari e che dilatano molto i tempi di trasferimento, paradossalmente i più penalizzati sono proprio i percorsi brevi. Nel fine settimana una navetta collega la stazione del treno più vicina, quella di Alpignano, al Castello: tuttavia non tutte le tipologie di pubblico possono permettersi i lunghi tempi di viaggio dei mezzi pubblici quindi la soluzione più rapida ma anche quella, come potete immaginare, più onerosa, resta il mezzo di trasporto privato.
Rispetto ai giovani, tra i progetti più recenti, cito a titolo di esempio Rivoli’s My City sostenuto dall’Assessorato alle Politiche Giovanili della Città di Rivoli, condiviso con TurismOvest, Consorzio Culturale e Turistico della Città di Rivoli, giunto quest’anno alla sua seconda edizione.
I destinatari del progetto erano una trentina di giovani dai 16 ai 30 anni con i quali abbiamo costruito un percorso articolato in diversi incontri al Museo e sul territorio finalizzati alla conoscenza della Città e alla costruzione di un itinerario di visita realizzato e condotto dai giovani stessi. Un percorso pensato per rendere protagonisti i giovani attraverso la conoscenza del territorio abitato o frequentato ogni giorno, una modalità per rafforzare la relazione tra i giovani e i beni culturali attraverso la partecipazione diretta e l’azione. Dal questionario somministrato ai giovani partecipanti emerge un alto gradimento delle attività proposte e l’auspicio che il progetto possa essere proposto nuovamente.
Tra i progetti futuri, desidero citare invece il nostro coinvolgimento nella call to action “C’è un parco in biblioteca” lanciata dalla Città di Rivoli, Assessorati alle Politiche Giovanili e all’Istruzione: un tavolo di co-progettazione rivolto ai giovani ma non solo per la definizione di un programma di attività nel parco circostante la biblioteca comunale e per la destinazione d’uso di alcuni edifici da trasformare in spazi culturali, ricreativi e di aggregazione. La call segue una precedente sperimentazione di coprogettazione realizzata nell’ultimo trimestre del 2024 con la Città di Rivoli nell’ambito de “Il Castello Incantato” per i quarant’anni del Museo.
Il Castello Incantato si origina, infatti, dalla volontà di avvicinare i bambini e i giovani all’arte contemporanea in modo coinvolgente e attivo come protagonisti di un processo di formazione e crescita che ha coinvolto la comunità attraverso attività di co-creazione del percorso museale.
Il progetto – curato da Marcella Beccaria, Francesco Manacorda e Paola Zanini – nasce infatti dalla collaborazione del Dipartimento Educazione con un team di docenti e un gruppo di giovani di Rivoli tra i sei e i diciassette anni. Nella pratica del Dipartimento Educazione ogni bambino, giovane o adulto che partecipa alle attività è protagonista in modo attivo, co-costruttore dell’esperienza e del suo significato. Il Museo come promotore della conoscenza e della cultura del nostro tempo riafferma attraverso il coinvolgimento diretto del giovane pubblico che l’arte è uno strumento imprescindibile per lo sviluppo del pensiero critico e della persona nella sua totalità ma anche nella costruzione della comunità.
A tal proposito, per l’estate 2025 stiamo lavorando con Fondazione Casa del Teatro Ragazzi per la formulazione di un programma di workshop su temi cari ai giovani come la realizzazione di video, cortometraggi e podcast da svolgersi al Museo durante le vacanze estive.
Come in molti casi la proposta nasce per rispondere a una precisa richiesta del territorio: le famiglie con bambini che hanno frequentato per molte estati la Summer School al Castello di Rivoli ci hanno chiesto di non lasciare da soli i loro figli, oggi diventati adolescenti, nell’infinito tempo estivo. Così ci siamo attivati per offrire ai ragazzi e alle loro famiglie un’opportunità concreta di trascorrere il tempo estivo al Museo imparando cose nuove a partire dai linguaggi delle arti contemporanee.
Vale la pena dire ancora due parole per quanto riguarda i Percorsi per l’Orientamento e le Competenze Trasversali (PCTO) ex Alternanza Scuola Lavoro per i giovani studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Superata l’incertezza iniziale dovuta alle linee guida ministeriali che sembravano molto vaghe, la proposta si è rivelata una straordinaria possibilità di incontro tra il mondo giovanile e il Museo.
I percorsi hanno la finalità di ampliare le conoscenze dei giovani attraverso incontri di formazione che vogliono innestare un reale processo di integrazione tra il sistema d’istruzione e il mondo del lavoro sia per meglio orientare professionalmente gli studenti, valorizzarne le vocazioni personali e gli interessi sia per creare opportunità reali di confronto tra conoscenze teoriche e esperienza diretta arricchendo la formazione acquisita a scuola. Le classi, ma anche singoli studenti o gruppi interclasse non solo seguono una formazione sui temi correlati al Museo in generale e nello specifico sul Castello di Rivoli e sulla sua collezione di arte contemporanea ma soprattutto affiancano il lavoro delle artenaute con i gruppi e nella preparazione dei materiali per gli eventi e le diverse attività. Da una parte si offre ai giovani la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, dall’altra incontrare i ragazzi più volte è per noi un’opportunità unica per conoscerli, lavorare insieme a loro, coinvolgerli, “affezionarli” al Museo cosa che infatti sempre accade. Penso a percorsi di peer education con innumerevoli Licei di Torino e area metropolitana o al percorso ideato su tre giorni per il Liceo Cardarelli di La Spezia.
Il Museo infatti è un luogo capace di ampliare le conoscenze, offrire un’alternativa di pensiero, sviluppare il pensiero critico: quando si entra in un museo si viene a contatto con professionalità diverse e quindi si allargano anche le possibilità che si danno al proprio futuro.
Ricordiamo che abbiamo molte collaborazioni in essere sia con Accademie di Belle Arti sia con Università (Facoltà di Scienze dei Beni Culturali e Scienze della Formazione Primaria) e con il Politecnico di Torino. Cerchiamo di intercettare i giovani anche attraverso specifiche attività per Biennale Tecnologia e Biennale Democrazia, con cui abbiamo delle collaborazioni attive.
Per concludere ricordo che, accanto a queste programmazioni specifiche, ci sono poi eventi per i giovani come quelli organizzati da Club Silencio al Museo dove insieme a musica e spazi conviviali i partecipanti possono approfittare della visita al Museo: i giovani apprezzano moltissimo l’opportunità di scoprire l’arte contemporanea accompagnati da un’artenauta del Dipartimento Educazione in un contesto informale e rilassato che unisce divertimento e cultura.
Gianfranco Valleriani
Mi sembra molto importante questo lavoro di rete che costruite per essere presenti in realtà diverse ed entrare così in contatto con le realtà giovanili.
Paola Zanini
Un progetto molto importante per noi e ancora attivo è stato il Tappeto Volante nel quartiere San Salvario a Torino caratterizzato da grande complessità sociale. Nel 1996, le educatrici della Scuola Municipale dell’Infanzia Bay che contava all’epoca il 70% circa di bambini stranieri, ci chiesero un aiuto concreto nel favorire il dialogo utilizzando i linguaggi artistici contemporanei. Comprendemmo subito che il linguaggio dell’arte sarebbe potuto diventare il veicolo di comunicazione privilegiato tra i bambini, tra bambini e insegnanti e tra gli adulti.
Avvicinare i bambini anche molto piccoli all’arte del nostro tempo, in considerazione della ricchezza semantica e simbolica contenuta nelle diverse opere rappresentava inoltre una forma di democratizzazione della cultura: il museo è uno spazio pubblico al servizio del pubblico, di tutti i pubblici. Grazie al Tappeto Volante, le famiglie del quartiere San Salvario hanno iniziato a visitare il Castello di Rivoli e a partecipare sempre più attivamente alla sua vita.
Il progetto è stato successivamente esteso alle altre scuole del quartiere e ha realizzato una sperimentazione unica in Italia, che ha saputo rinnovarsi nel tempo includendo via via nuove tematiche e le nuove sfide del mondo contemporanea.
Gianfranco Valleriani
Come si svolgeva l’iniziativa?
Paola Zanini
Attraverso la metafora del tappeto, il progetto promuoveva le relazioni tra le persone, tra i bambini, bambini e genitori e adulti tra loro, a favore dell’integrazione, della cultura e del senso di appartenenza. Identità e differenza qualificavano l’esperienza che poneva al centro la persona, alternando momenti di riflessione ad altri di sperimentazione. Il Tappeto Volante, in quasi 30 anni, ha contribuito alla valorizzazione dell’intero quartiere di San Salvario. Infatti, dalla Scuola dell’Infanzia Municipale Bay ed è stato successivamente esteso a tutte le scuole del quartiere. Nell’ambito del progetto che vedeva la partecipazione di insegnanti, operatori, alunni e genitori, erano previste attività sia al Museo sia a scuola, per l’intero anno scolastico e anche eventi conclusivi quali momenti significativi per la vita scolastica e del quartiere.
Tra gli esiti più evidenti c’è stata la riqualificazione degli spazi della vita quotidiana, come documentano i numerosi wall paintings sulle facciate, nelle scuole e negli spazi di aggregazione, quale la Casa del Quartiere.
Una caratteristica del progetto inoltre è l’annuale Festa del bianco e della luce, in occasione del solstizio d’inverno; un momento di incontro, aggregazione e condivisione per ricordare a tutti, grandi e bambini, che fare luce equivale a conoscere per ri-conoscere. Un’occasione per creare significative occasioni di incontro, al di là della diversità culturale, degli usi e delle credenze e per vivere le differenze come ricchezza.
ARTE E BEN-ESSERE PER LA TERZA ETÀ
Gianfranco Valleriani
Parliamo dell’altra fascia critica, che ci ha introdotto Roberto, gli anziani.
Paola Zanini
La popolazione degli over 65 è in aumento, si parla di un esponenziale incremento dell’aspettativa di vita, con dati che prevedono una crescita entro il 2050 dell’11% relativa alla popolazione over 65 e del 6,3% per i soggetti over 80. È evidente quindi che ci sia una grande attenzione da parte delle Istituzioni rispetto a progetti che favoriscano l’invecchiamento attivo e il consolidamento di buone pratiche, anche nell’ambito di bandi specifici legati a contributi pubblici. Tuttavia, molti di questi bandi sono rivolti esclusivamente a enti del terzo settore impegnati nel sociale e non prevedono l’apporto che può provenire da Musei e istituzioni culturali in tema di benessere e salute. In tempi recenti, infatti, le neuroscienze hanno dimostrato come i linguaggi artistici, la bellezza e la cultura contribuiscano allo sviluppo e al benessere integrale delle persone. Il lavoro culturale infatti non può essere realizzato senza coinvolgere chi quel lavoro lo fa nel quotidiano con conoscenze e professionalità specifiche (e non “volontarie”) così come l’istituzione culturale necessita delle competenze del terzo settore per individuare i bisogni del territorio, intercettare i beneficiari, trovare un linguaggio comune per obiettivi condivisi.
È quello che è avvenuto con il progetto di rete quinquennale Di Bellezza Si Vive attivo dal 2009 e recentemente concluso, tra i primi dieci selezionati nell’ambito del bando nazionale Un passo in avanti promosso da Con i bambini per strategie al contrasto della povertà educativa dei minori.
Il partenariato nazionale includeva sia enti del terzo settore come Cometa a Como e Fondazione Horcynus Orca a Messina sia istituzioni culturali come il Castello di Rivoli: integrare i linguaggi diversi di cultura e terzo settore non è stato facile eppure si è rivelato indispensabile nella progettazione e nella restituzione delle azioni che avevano come filo conduttore la bellezza.
Altro esempio di partenariato terzo settore/museo è il progetto Silver Welleness con ente capofila CIPES Centro d’Iniziativa per la Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria insieme a Gruppo Arco S.C.S. Cipes oltre a ASLTO3 che ci vedrà impegnati nel periodo maggio-novembre 2025. La proposta progettuale pone l’accento sul tema dell’invecchiamento attivo con la finalità di promuovere azioni che possano incentivare benessere, salute e stili di vita sani per rispondere a bisogni del territorio rilevati dall’esperienza maturata nel corso del tempo dagli enti partner.
Le azioni prevedono attività di formazione psicoeducativa e stimolazione cognitiva; attività di screening neuropsicologico, conferenze tenute da personale medico specializzato sui temi di alimentazione corretta e, per quanto ci riguarda, percorsi culturali e ricreativi di avvicinamento all’arte come dispositivo per il rafforzamento delle capacità cognitive, artistiche e creative e per promuovere le relazioni interpersonali tra le persone.
L’arte contemporanea infatti è una meravigliosa palestra per allenare la mente a guardare il mondo con occhi nuovi e il museo deve essere un luogo inclusivo e accogliente per tutti, un luogo di incontro e di confronto. Attraverso il progetto si afferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che benessere e salute passano anche dalla frequentazione dei luoghi della cultura e della bellezza e dalla pratica dell’arte e della creatività.
Il progetto in particolare nasce da una collaborazione pluriennale tra il Dipartimento Educazione e il Servizio di Promozione alla Salute ASLTO3; ASL ha individuato i beneficiari e intercettato i bisogni del territorio mentre il Dipartimento Educazione ha realizzato, negli anni, attività di avvicinamento all’arte per gruppi eterogenei over 65, in particolare con il programma PasseggiArte, passeggiate artistiche il sabato mattina, tra movimento, arte e benessere.
Questi temi sono al centro anche del progetto Movimento nella bellezza realizzato al Museo con ASD Associazione Iride di Rivoli che opera da oltre vent’anni con attività volte al benessere fisico e psichico delle persone in diversi contesti. Si tratta di incontri aperti a tutti, in particolare adulti e over 65 in cui l’arte contemporanea incontra l’antica disciplina cinese del Qi Gong che unisce meditazione e movimento. L’esperienza si realizza a ogni incontro in una sala diversa del Museo; l’opera d’arte viene messa in relazione con un movimento specifico del corpo così da rendere la pratica sempre nuova e arricchente. Muoversi in ambienti piacevolmente e culturalmente stimolanti, come i Musei, concorre al benessere integrale della persona come è scientificamente dimostrato: l’arte e la bellezza contribuiscono infatti non solo al benessere della mente ma anche a quello del corpo.
Per concludere cito ancora la storica collaborazione con l’Università della Terza Età (Unitre) di Rivoli: il Dipartimento Educazione realizza da oltre vent’anni incontri di formazione sull’arte e in particolare sull’arte contemporanea con percorsi di visita, workshop, conferenze con artisti, ecc.
Quella degli anziani dunque è una fascia di popolazione che siamo felici di intercettare perché si tratta di persone che nel loro tempo libero hanno molte alternative, con il rischio di perdersi in un mondo che sembra assolutamente interconnesso, ma con riferimenti labili. E noi riteniamo importante avere un dialogo costante con le associazioni di riferimento.
A cura di Gianfranco Valleriani