Secondo la norma italiana del 1994, “L’erogazione del servizio pubblico deve essere ispirata al principio di eguaglianza dei diritti degli utenti. Le regole riguardanti i rapporti tra utenti e servizi pubblici e l’accesso ai servizi pubblici devono essere uguali per tutti. Nessuna distinzione nell’erogazione del servizio può essere compiuta per motivi riguardanti sesso, razza, lingua, religione ed opinioni politiche. Va garantita la parità di trattamento sia fra le diverse aree geografiche di utenza, anche quando le stesse non siano agevolmente raggiungibili, sia fra le diverse categorie o fasce di utenti”. I cittadini non si trovano in condizioni uguali, né sul piano sociale, né su quello economico, né su quello sociale, né fisico, né geografico.
In letteratura si parla spesso di barriere di tipo economico, di tipo fisico, e di tipo cognitivo.
Suggerimenti e spunti di notevole utilità possono essere tratti da uno studio promosso dal Dipartimento Cultura, Media, e Sport (DCMS) del Regno Unito (Charlton et al. 2010) per comprendere come le barriere guardate dal lato delle persone spiegano il loro comportamento e le ragioni della loro non partecipazione.
I risultati dello studio del DCMS possono ispirarci e rendere più facile incorporare anche il superamento delle barriere nella costruzione e nella gestione efficace di un servizio culturale.
L’accessibilità è di solito pensata come la qualità che renda fruibile il servizio a persone con qualche tipo di disabilità, o, meglio con qualche problema o deficit rispetto a una persona standard. Ideare una mostra che si snoda su e giù tra palazzi e chiostri, per rampe di scale e senza ascensori, con didascalie e pannelli esplicativi di contenuto molto erudito, scritti a caratteri piccoli non visibili su sfondo chiaro, illuminati fiocamente, esclude diverse categorie di persone dal pieno godimento.
Quando si rende un servizio culturale accessibile a persone con difficoltà di apprendimento o difficoltà visive, di linguaggio, di udito e di mobilità, lo si renderà più fruibile per tutti e si ridurrà al minimo la necessità di sistemazioni speciali per coloro che utilizzano i servizi e anche per i futuri dipendenti (Burgstahler 2018).
Il primo macro-tema analizza come i musei possano promuovere l’inclusività e l’accessibilità, favorendo la creazione di un ambiente accogliente nei confronti di tutte le fasce di pubblico e garantendo la possibilità a tutti i pubblici di accedere alle loro collezioni e ai loro servizi. Questo significa anche farsi carico di individuare e abbattere, per quanto possibile, le barriere di vario tipo che impediscono un accesso e una partecipazione piena.
Sulla base di Cicerchia (2024), abbiamo individuato cinque tipologie di accessibilità: fisica, economica, cognitiva, digitale e linguistica.